Chiesa di San Sebastiano
La facciata principale, con le sue linee semplici, è riconducibile ad uno stile Rinascimentale. Il portale, incorniciato e sormontato da un'ulteriore cornice retta da mensole, termina con un frontone classico all'interno del quale si apre una finestra a forma di rosta (a ventaglio).
Degno di nota è l'elegante campanile a vela dotato di campana che svetta alla sommità della parete principale. La pianta presenta due navate, di cui una più stretta, separate da semplici pilastri di mattoni cotti, originariamente intonacati. La copertura è a capriate lignee con travi lisce. Importante da un punto di vista storico è sottolineare che in origine la struttura era molto più estesa: la Chiesa e la sagrestia erano infatti addossate l'una all'altra e, dove adesso è presente uno spiazzo lastricato, si trovava il presbiterio, sopraelevato di alcuni gradini ed a cui si accedeva attraverso un arco trionfale.
All'interno si trovava un altare costruito in muratura e legno, com'era in uso nei Secc. XVII-XVIII, presumibilmente assai simile a quelli dedicati a Sant'Antonio e Santa Maria che si possono ancora osservare nella Chiesa di San Leonardo.
Testimonianze inoltre attestano la presenza all'interno della struttura di numerose e pregevoli statue lignee "a cannuga" (il corpo era costituito da un semplice telaio in canne), tra cui si segnalano un "Sant'Antioco" ormai perduto e le ancora esistenti "Madonna de s'Incontru", che ancora viene utilizzata nella processione del giorno di Pasqua, e "Vergine del Rosario", che è la stessa che venne portata in spalla dai membri dell'omonima Confraternita il giorno dell'insediamento dei Domenicani a Serramanna e della posa della pietra angolare del futuro Convento, il 12 Dicembre 1631.